OSIRIDE SERAPIDE E DIONISO

Osiride

Osiride, compagno di Iside, è una delle più celebri divinità egizie. Secondo Plutarco, promosse la civilizzazione dell’umanità, suscitando l’invidia del fratello Seth, che lo uccise e lo gettò nel Nilo.

Iside e Neftis ritrovarono il corpo smembrato, e Anubi lo imbalsamò. Iside lo resuscitò e concepì Horus, mentre Osiride divenne il dio della resurrezione e dell’oltretomba.
Il suo culto, originario di Abydos e Busiris, si diffuse capillarmente, contrapponendosi alla religione faraonica.

Con il Medio Regno, Osiride divenne il modello del defunto “giustificato”, simbolo di rinascita. Associato alla vegetazione, veniva raffigurato con il volto verde, e statuette con semi di grano venivano deposte nelle tombe per favorire magicamente la resurrezione.
Nella cerimonia della psicostasia, presiedeva il tribunale dei morti.

Era rappresentato come una mummia con la corona dell’Alto Egitto e gli scettri pastorale e flagello. In epoca alessandrina, il suo culto fu parzialmente sostituito da Serapide, ma continuò ad essere venerato in Italia come dio dell’oltretomba e della fertilità legata al Nilo.
A Osiride erano dedicati i Grandi Misteri, riti iniziatici diffusi in tutto il Mediterraneo.

Lucio, protagonista dell’Asino d’Oro, dopo l’iniziazione ai Misteri di Iside, ricevette anche quella del “più augusto degli dèi”, Osiride. Ancora nel V secolo d.C., a Falena si celebrava la Inventio Osiridis, in onore del dio della vegetazione.

Serapide

Dopo Iside, la divinità più venerata in epoca alessandrina fu Serapide, introdotto in Egitto da Tolomeo I Soter (305-285 a.C.).

Pur avendo origini egizie, era una divinità con forti influenze greche, identificata con Osiride-Api. Secondo Plutarco e Tacito, il re Tolomeo, dopo una visione, fece trasportare ad Alessandria una statua del dio proveniente da Sinope, dando così impulso al suo culto.

Serapide fu venerato come dio degli Inferi e della fertilità, spesso raffigurato con il modio sul capo e accompagnato da un mostro a tre teste simile a Cerbero. L’iconografia più celebre, attribuita allo scultore Bryaxis, lo ritrae barbuto, seduto su un trono, con il modio decorato di spighe e rami d’ulivo, mentre tiene lo scettro e stende una mano verso il mostro.

Oltre a questa rappresentazione, appare anche in piedi nell’atto di offrire libagioni o benedire.
Serapide era associato al sole e alla prosperità: il calathos non era un suo attributo imprescindibile, spesso sostituito da un’aureola solare. Nelle iscrizioni greche e latine appare come Zeus-Helios-Serapis o Jupiter-Sol-Serapis.
Il suo culto si diffuse nel Mediterraneo, con numerosi Serapei in Italia, tra cui quelli di Pozzuoli (105 a.C.), del Campo Marzio e del Quirinale a Roma. Serapide era anche un dio guaritore: nei suoi templi, i malati ricevevano cure miracolose o sogni rivelatori dei rimedi. Celebre era il Serapeo di Canopo, associato a Iside e Anubi.
Serapide fu identificato con diverse divinità, tra cui Zeus, Dioniso ed Esculapio, ma raramente con Osiride, salvo a Pompei, dove le anfore con acqua del Nilo riportavano l’iscrizione Σεραπῖδος δῶρα (“Dono di Serapide”).

Dioniso

A Menfi Serapide era associato a Dioniso.

Statue lungo le vie d’accesso al suo tempio raffiguravano Dioniso bambino su una pantera, un leone, Cerbero e, raramente, un pavone con grappoli d’uva. Anche in Italia Serapide fu avvicinato a Dioniso: una dedica romana univa Sol-Serapis-Jupiter a Liber Pater, e un’epigrafe testimonia il culto di Dioniso da parte di una sacerdotessa di Iside.
A Pompei, dietro la cella dell’Iseo, un bassorilievo mostrava Bacco bambino con una pantera, mentre un affresco rappresentava Iside accanto a Bacco.

Un bassorilievo al Louvre raffigura Iside, Serapide, Arpocrate e Dioniso, suggerendo che Serapide si fosse sdoppiato: come dio dei morti era Osiride, come dio risorto si identificava con Dioniso giovane.

Questa idea è illustrata in un sarcofago del Fitzwilliam Museum, dove Serapide e Dioniso si contendono una cesta contenente un bambino, simbolo del defunto risorto.
Il mito di Dioniso Zagreus, smembrato e ricomposto come Osiride, presenta molte somiglianze con quello egizio.

Anche il viaggio di Iside a Byblos ricorda quello di Demetra a Eleusi, entrambe nutrici di un bimbo reale che immergono nel fuoco per renderlo immortale.
I Tolomei furono devoti a Dioniso: Tolomeo II Filadelfo organizzò un grande thiaso dionisiaco e si fece chiamare Nuovo Dioniso.

Le regine Lagidi, invece, onoravano Iside. La più celebre coppia assimilata a Dioniso e Iside fu Antonio e Cleopatra.

 

FONTE: B. de Rachewiltz, A. M. Partini – ROMA EGIZIA: culti, templi e divinità egizie nella Roma Imperiale – Edizioni mediterranee Roma

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