AUTORI E STUDIOSI

L'antico Egitto a Roma

Apuleio

Apuleio, scrittore latino del II secolo d.C., fu iniziato ai Misteri di Iside durante un viaggio in Egitto e descrisse questa esperienza nelle Metamorfosi (o L’Asino d’Oro), l’unico romanzo latino che testimonia il culto isiaco. Il protagonista, Lucio, trasformato in asino a causa di un errore magico, invoca disperatamente la dea affinché lo salvi. In una visione notturna, Iside gli appare in tutto il suo splendore, con i simboli della sua iconografia alessandrina, e gli promette la redenzione: il giorno seguente, durante la festa del Navigium Isidis, potrà tornare umano mangiando una corona di rose offerta dal sacerdote. Lucio segue le indicazioni divine e, una volta ritrasformato in uomo, decide di consacrare la sua vita alla dea. Il romanzo contrappone la Fortuna cieca, che lo aveva condotto alla rovina, alla Fortuna provvidenziale, rappresentata da Iside, che lo salva e lo guida verso l’iniziazione. L’opera fornisce una preziosa testimonianza sul culto isiaco, praticato anche a Roma, dove Lucio si reca per completare il suo percorso spirituale, frequentando l’Iseo Campense. Apuleio unisce così elementi autobiografici, filosofia religiosa e tradizioni misteriche, rendendo le Metamorfosi una fonte insostituibile per la conoscenza della religione isiaca nel mondo romano. FONTE: B. de Rachewiltz, A. M. Partini – ROMA EGIZIA: culti, templi e divinità egizie nella Roma Imperiale – Edizioni mediterranee Roma

Athanasius Kircher

Athanasius Kircher (1602-1680) è stato un gesuita, filosofo e studioso tedesco, noto per la sua vasta produzione intellettuale che spaziava dalla geologia alla linguistica.

Dedicò parte dei suoi studi all’antico Egitto, concentrandosi in particolare sulla figura di Iside, che interpretava come il simbolo della sapienza divina.

Secondo Kircher, la dea rappresentava il principio universale della conoscenza, una forza che permeava il cosmo e attraverso la quale gli egizi cercavano di comprendere la natura e il divino.

Egli scrisse: “Il divino Dionigi attesta che tutte le cose create altro non sono che specchi in cui si riflettono per noi i raggi della sapienza divina. Da ciò i saggi egiziani crearono l’immagine di Osiride che, affidate tutte le cose a Iside, permeava invisibilmente il mondo intero”.

Sosteneva che le immagini e i miti legati a Iside fossero allegorie della verità nascosta nelle cose, riflessi della sapienza suprema. Nelle sue opere, affermava che “tutte le cose create non sono altro che specchi in cui si riflettono i raggi della sapienza divina” e che Iside fosse la custode di questo sapere occulto, trasmettendolo agli iniziati attraverso i misteri religiosi.
Le interpretazioni di Kircher, sebbene basate su supposizioni errate, hanno influenzato profondamente la visione europea dell’antico Egitto.

Il suo lavoro contribuì a diffondere l’egittomania, alimentando l’immaginario esoterico che ancora oggi circonda la figura di Iside.

Elementi della sua visione si ritrovano nell’arte, nella massoneria e persino nell’opera Il flauto magico di Mozart, dove la sapienza e la luce sono concetti centrali, spesso associati alla dea.
Pur non avendo decifrato i geroglifici in modo scientifico, Kircher aprì la strada a un nuovo interesse per la simbologia egizia, consolidando l’idea di Iside come emblema di un sapere nascosto e universale, destinato a essere rivelato solo a chi fosse in grado di comprenderlo.

FONTE: Wikipedia, Wikiquote, Adelphi

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