Copia di iscrizione Romana Dea Iside
→ Dono in ricordo di Carlo Balbino
“L’Iside panthea è l’Iside dai mille nomi”
“…cuius numen unicum multiformi specie, ritu vario, nomine multiningo totus veneratur orbis” (Apuleio, Le Metamorfosi, XI,5).
La più famosa testimonianza del culto d’Iside panthea, riportata da tutti gli studiosi delle Antichità tra il XVI e il XVII sec. (Pignoria, Ligorio, Graevius, ecc.) è un’iscrizione del III sec. d.C., rinvenuta a Capua:
TE.TIBI.UNA.QUAE.ES.OMNIA.DEA.ISIS (A te che sei Una e Tutto, o Dea Iside).
L’adepto, il senatore ARRIUS BALBINUS volle così lasciare incisa sul marmo la testimonianza della sua devozione alla dea.” Da B.de Rachewiltz, Roma Egizia, 1999.
L’iscrizione originale, su marmo proconneso, è oggi esposta nella sala dei culti orientali del Museo Archeologico Nazionale a Napoli.
La copia esposta nell’Iseum è un dono degli amici dell’architetto Carlo Balbino, il precedente proprietario dell’immobile dell’Iseum il quale negli anni 80’ sostenne l’enorme spesa degli scavi archeologici fatti secondo legge dalla Soprintendenza Archeologica di Roma sotto l’allora soprintendente prof. Adriano La Regina, per liberare dai detriti i resti dell’arco Camigliano.
La spesa sostenuta dall’architetto Balbino fu veramente notevole, ma soprattutto va lodata la visione di Balbino di finanziare gli scavi nel rispetto delle leggi (fino ad allora nelle proprietà private era prassi molto rara coinvolgere le istituzioni). Grazie al rispetto di questa procedura, oggi l’immobile è aperto al pubblico.
Ultimo ma non meno importante, notiamo l’incredibile coincidenza dell’omonimia tra il senatore romano Balbinus devoto di Iside e l’architetto Carlo Balbino, quest’ultimo originalissimo e tenace mecenate lontani circa 1700 anni tra loro.
