DIVINITÀ

Il culto

“O Santissima! Tu che vegli senza interruzione sulla salute del genere umano, sempre prodiga verso i mortali a cui porgi aiuto, tu offri ai miseri in travaglio il dolce affetto di una madre.
Non vi è giorno, né notte né attimo che tu lasci trascorrere senza colmare gli uomini dei tuoi benefici, senza tener lontano da loro le burrasche della vita, senza tendere loro la mano misericordiosa che dipana i nodi più inestricabili della fatalità, calmi le tempeste del destino e domini il corso avverso degli astri. […]” (Apuleio, Metam. XI, 25).


Questo inno celebra Iside come una divinità benevola e onnipotente, custode dell’umanità, capace di influenzare il destino e gli elementi naturali.

È descritta come madre misericordiosa, sempre pronta ad aiutare i mortali, dominatrice del cosmo, rispettata sia dagli dèi celesti che infernali.

Il culto di Iside si diffuse ampiamente, assumendo nuove forme sotto i Tolomei: la tradizionale triade egizia Osiride-Iside-Horus venne sostituita da Serapide-Iside-Arpocrate.

Inoltre, i Tolomei integrarono nel culto isiaco elementi dei misteri di Eleusi, che in origine non esistevano in Egitto.

A Roma, il culto delle divinità egizie si radicò profondamente, includendo Iside, Serapide, Osiride, Arpocrate (Horus il Giovane), Anubi e Bes.

L’analisi delle caratteristiche di queste divinità inizia proprio dalla figura di Iside, la più venerata.

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