Piano rettangolare in commesso di pietre di Sicilia
→ Attribuito a Giovan Battista e Carlo Calì, attivi a Catania dal 1820 al 1840
Piano rettangolare in commesso di pietre laviche etnee e pietre tenere di Sicilia.
Dimensioni: 62,5 x 45,5 x 3 cm
Inciso sul listello di metallo al centro del piano: “Veduta dei scogli de Ciclope dalla parte dell’Isola” (Catania, 1830-1840 circa)
Descrizione a cura del Prof. Francesco Leone
“Nella fascia più esterna il piano è bordato da un’ampia cornice di pietra rossa dell’Etna. Questa fascia racchiude a sua volta due registri, distanziati da una bordatura di pietra lavica grigia, di tarsie quadrate di pietre laviche e diaspri teneri di Sicilia disposte in modo simmetrico. Al centro, inquadrato da un listello di metallo con incisa l’identificazione del sito, un commesso di pietre tenere raffigura i celebri scogli del Ciclope nel mare di Aci Trezza, in provincia di Catania, teatro delle peregrinazioni di Ulisse e delle vicissitudini dei Malavoglia. Scagliati, secondo Omero, da Polifemo contro Ulisse dopo essere stato accecato, questi faraglioni di origine lavica, la cui storia è radicata nel mito, sono diventati ancor più noti dopo che Luchino Visconti ha ambientato ad Aci Trezza il famoso film La terra trema del 1948, interpretato dagli abitanti locali.
Questo commesso è uno straordinario campionario di concrezioni laviche dell’Etna e di pietre tenere di Sicilia e, proprio per questa sua particolarità, può essere riferito alla manifattura catanese di Giovan Battista Calì e del figlio Carlo, specializzata nella lavorazione delle lave etnee. Di Carlo si conserva un piano con una veduta di Catania e dell’Etna al Museo Praz di Roma. Alla manifattura Calì si devono anche i piani di una toletta e di un tavolo conservati a Palazzo Reale a Napoli, donati dal principe Giuseppe Manganelli nel 1837 al re Ferdinando II di Napoli e alla regina Maria Teresa in occasione delle loro nozze. Un tavolo con un piano di Giovan Battista Calì raffigurante una veduta di Catania e dell’Etna faceva parte degli arredi degli appartamenti della regina Maria Isabella, moglie di Francesco I, nel cosiddetto “Casino della Regina” nel bosco di Capodimonte.
I documenti conservati in Archivio di Stato a Napoli che accompagnano la toletta e il tavolo donati dal principe Manganelli a Ferdinando II e alla moglie Maria Teresa nel 1837, chiariscono molto bene l’origine e la nomenclatura di molte delle pietre usate dai Calì per i loro commessi. Nei documenti, infatti, si parla di “lava nera di Palagonia”, “lava rossa di Militello”, “lava di Giarre”, “lava basaltica di Licata”, di “calcarei della Val di Noto” e ancora di altri materiali dai nomi poetici e suggestivi.
Il piano è la testimonianza di un’affascinante vicenda per le arti decorative italiane di età di Restaurazione che attende ancora il dovuto approfondimento e tutta la sua valorizzazione da parte degli studi.”
